Emilio
trasecolò vedendo Sandoh il Khan
tenere l'arma impugnata a due mani, diritta
davanti a sé.
Era il simbolo di una ferocia primitiva e
mortale, ma l'orgoglio regale che traspariva dalla sua persona faceva di
lui, agli occhi del ragazzo, l'eroe esotico, romantico e leggendario che
avrebbe ambito essere. Maestoso, ferale e micidiale gli ricordava
tanto una tigre, pensò Emilio affascinato.
Sandokan, la tigre della Malesia!
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Emilio ha tredici anni e un sogno nel cassetto: diventare capitano di una
nave, esplorare paesi esotici e lontani, e vivere straordinarie avventure.
Nell'attesa, dà briglia sciolta alla fantasia e supplisce con i suoi giochi un
po' spericolati. Ma tutto cambia quando nella bella Verona fa la sua comparsa un
rājā indiano, il carismatico Sandoh, in spada e turbante.
Nel contempo il "professore", cioè l'insigne criminologo Cesare Lombroso,
torna nella città scaligera che gli ha dato i natali per un ciclo di conferenze
che si preannunciano piuttosto controverse.
È l'estate del 1876, e il neo-costituito regno d'Italia è ancora alla ricerca
di una propria identità, tra la questione romana irrisolta, l'orgoglio mai
sopito della Serenissima e la ferita ancora aperta del brigantaggio.
Ed è proprio in questo delicato frangente che qualcuno comincia a uccidere,
uno a uno, i vecchi sodali di Lombroso. Che si tratti di un complotto vaticano?
O è coinvolta la sinistra setta di incappucciati dei cui riti è stato
involontario testimone Emilio? Il professore dovrà sbrogliare la matassa prima
che l'assassino arrivi a lui, e troverà un valido aiuto proprio in Emilio.
Il ragazzo ancora non sa che il destino non ha in serbo per lui la felicità,
ma soltanto la fama: quel futuro di viaggi e avventure che sogna a occhi aperti
potrà viverlo soltanto nei suoi romanzi, firmandoli "Emilio Salgari".