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Non si può dire che il regista Lepoldo Cordelli Mirabene, meglio
noto come l’Ingrato, sia un uomo capace di suscitare istintive simpatie.
Melissa, sceneggiatrice della compagnia teatrale i Sottovissuti, non solo ha
messo in scena la sua morte in Tutto cambia quando meno te lo aspetti,
ma, fedele al titolo delle pièce, si è divertita a cambiare a ogni
replica modalità dell’omicidio e mano dell’assassino. Scelta che ha fatto
infuriare il regista e andare in visibilio la critica.
Ma quando Mirabene viene ucciso davvero, la faccenda assume toni assai meno
goliardici: chi si è macchiato del delitto, e perché?
Impresa ardua scoprirlo, stante che non c’è persona, in tutta Oltranza, che non
abbia un motivo di rancore verso l’Ingrato.
A ingarbugliare ancor più le cose, l’intervento dell’Ufficio complicazione
cose semplici, dove un avanguardistico cervello elettronico cerca di risolvere
in modo a dir poco surreale i problemi a cui è stato preposto.
Cercherà di sbrogliare l’intricato caso l’investigatore spagnolo Pepe
Escamillo Salvado, non senza intromissioni da parte del gatto col nome più lungo
del mondo e dei suoi coinquilini: due bipedi curiosi, pasticcioni, col vizio di
pensare troppo
e decisi a far venire a galla la verità per conto loro.
Tutto cambia quando meno te lo aspetti è il secondo “giallo”
ambientato nella vivace cittadina di Oltranza. Il primo,
Il titolo è l’ultima cosa, è stato pubblicato, sempre in questa collana,
nel 2014.
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