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Amori proibiti, cospiratori mascherati, morti apparenti, città d’oro
sotterranee: la scrittrice argentina Juana Manuela Gorriti si appropria di tutto
l’armamentario
del romanzo d’appendice europeo e ne trapianta gli stilemi romantici nel Perú di
metà Ottocento. Sullo sfondo delle tensioni sociali e razziali tra gli avidi e
spregiudicati spagnoli e gli indigeni quechua, l’amore contrastato tra Rosa,
un’aristocratica fanciulla creola, ed Hernán, meticcio figlio di un nobile
iberico e di una principessa inca, porta alla luce tutte le contraddizioni
e le ingiustizie del sistema coloniale. Da Juana Manuela
Gorriti – la prima grande scrittrice ispanoamericana, singolare figura di
intellettuale anticonformista e ribelle – un romanzo che al suo apparire, nel
1851, riscosse un certo scalpore; un romanzo scomodo, dalla parte degli indios e
delle donne, ma anche la prima elaborazione letteraria della suggestiva leggenda
andina del manchay puytu. |