Ho udito che divampò una battaglia a Stiklarstaðir; colui che ampiamente
arrossa la canna dell’olmo inferse sanguinanti ferite agli uomini
del Trøndelag; udii che colui che con valore maneggia la spada fu
strappato alla incerta vita di questo mondo; uomini avventati uccisero il re,
empietà commisero.»
Einarr Skúlason,Geisli, 17 |
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Nel ix secolo il vichingo
Óttarr descrive la Norvegia, quasi terra incognita, alla corte di re
Alfredo, nel Wessex; intorno al 1075 il chierico tedesco Adamo di Brema dedica
tutto il quarto libro dei suoi Gesta pontificum alle "isole del
Settentrione", in parte non più pagane.
Alla fine dell’età vichinga anche in Scandinavia si instaurano monarchie
cristiane sul modello di quelle europee e, dal
xii secolo in poi, saghe, cronache
e poemi scaldici narrano la santità di re con un passato vichingo, convertitisi
alla nuova fede e ormai divenuti fautori del Cristianesimo.
I saggi del presente volume esplorano questa galassia narrativa, tra agiografia
e storia, sui re Óláfr Tryggvason, Haraldr Gormsson "Dentenero" e Óláfr
Haraldsson "il Santo", descritti ora come santi, ora come tiranni, secondo
un’ottica influenzata dagli interessi apologetici e dai fini politici dei singoli
autori.
- Elena Zocca. Riscritture: modalità e tipologie della
performance agiografica
- Nicolas Meylan. Saintliness, kingship, and comparison: The case
of Óláfr Tryggvason
- Francesco Sangriso. Il vichingo di Dio. Óláfr Tryggvason fra
potere e santità
- Carla Del Zotto. La santità negata
- Francesco D’Angelo. Un miracolo problematico. La battaglia di Hlýrskógsheiðr e la tradizione
agiografica su Óláfr inn helgi
- Ilaria Terranova. Il Geisli tra agiografia ed encomio
- Bryan Weston Wyly. Norse sagas of royal conversion as ideological
palimpsests
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