Juozas Urbšys (Šeteniai 1896 – Kaunas 1991),
è stato un uomo politico e diplomatico della Repubblica di Lituania nel
periodo interbellico: capo del dipartimento consolare dell'Ambasciata lituana a
Berlino (1922-1927), primo segretario e consigliere dell'ambasciata di Parigi
(1927-1933), ambasciatore straordinario e plenipotenziario a Riga (1933-1934).
Venne poi nominato direttore del dipartimento politico del Ministero degli
Affari esteri lituano (1934-1936), e direttore generale dello stesso ministero
(1936-1938), fino all'assegnazione di ministro degli Affari esteri a partire dal
5 dicembre 1938. In questa veste, si trovò a fronteggiare l’ultimatum polacco,
l’occupazione tedesca del territorio di Klaipėda (Memelgebiet) e le
conseguenze del cosiddetto Patto "Molotov-Ribbentrop". Dopo l’occupazione
sovietica della Lituania (15 giugno 1940), venne incarcerato in varie prigioni
della Russia e soltanto nel 1956 poté far ritorno in patria.
Durante la protesta identitaria nel Baltico orientale (1989-1900) prese
posizione ufficiale in favore della restaurazione dello Stato indipendente. |