Néstor Taboada Terán (1929-2015),
romanziere, storico, giornalista, è considerato uno dei
maggiori scrittori boliviani del XX secolo. La sua opera trova alimento nella
profonda conoscenza della cultura boliviana preispanica e dei conflitti sociali
conseguenti alla Conquista, tema dell’ideale “trilogia” formata da
Manchay puytu. El amor que quiso ocultar
Dios (1977), Angelina Yupanki, marquesa de la Conquista (1992) e
Ollantay. La guerra de los dioses (1994).
Tra i suoi altri romanzi, El
precio del estaño (1960) e Indios en rebelión (1968).
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Dalla Prefazione di Alessandro Finzi al
Manchay puytu: L'autore ha rappresentato, insieme a Jesús Lara, la massima espressione
letteraria del novecento boliviano. Questa letteratura, che comprende molti
altri notevoli autori, è tanto eccellente quanto poco nota, non avendo avuto la
fortuna di entrare nel giro commerciale della importante produzione
latino-americana.
L’autore è nato a La Paz nel 1929 ed è rimasto orfano a soli tre anni per la
morte del padre nella sanguinosa guerra in cui si confrontarono la Bolivia e il
Paraguay per il possesso delle vaste pianure a sud del Paese. Di famiglia povera
e dopo un’infanzia stentata, Taboada riuscì tuttavia ad acquisire una notevole
cultura storico-letteraria studiando di notte e lavorando di giorno in una
tipografia dove ebbe un fortunato quotidiano contatto coi libri.
Iniziò precocemente un’apprezzata produzione letteraria e nel 1948, a soli
diciannove anni, con la pubblicazione del romanzo El precio del estaño
entrò a far parte del gruppo di autori della corrente detta della “narrativa
mineraria” in cui il sentimento sociale si manifestava nelle descrizioni delle
dure condizioni di vita degli indigeni forzati a lavorare nelle miniere.
Sospinto da un forte impulso sociale militò ben presto nel Partito della
sinistra rivoluzionaria per poi staccarsene e fondare nel 1950, con altri
giovani, il Partito comunista boliviano. Lasciò poi la politica attiva,
mantenendo tuttavia, a livello personale, un profondo interesse per i problemi
sociali della popolazione autoctona di cui portava, per via materna, una parte
di sangue.
Quando uscì, nel 1961, il secondo importante romanzo di denuncia sociale:
Indios en rebelión, Taboada era già direttore del Dipartimento di cultura
dell’Università tecnica di Oruro. Svolse poi un’autorevole opera di promozione
culturale assumendo la direzione della prestigiosa rivista “Cultura boliviana”
oltre che con corsi, seminari e conferenze. Diresse poi altre riviste e, come
sommo esponente, rappresentò la cultura boliviana in incontri internazionali,
anche in Europa e negli Stati Uniti.
Poco dopo l’inizio della dittatura militare di Hugo Banzer Suárez, nel 1972,
anno che Taboada amava ricordare come “Anno internazionale del libro dell’Unesco”,
la sua intera biblioteca fu bruciata in piazza e lui stesso, dopo l’arresto e
quattro mesi di prigionia politica, fu costretto per sette anni all’esilio in
Argentina. Continuò tuttavia a lavorare alla stesura del
Manchay puytu, che viene considerato
unanimemente opera somma delle letteratura boliviana. [...]
Taboada Terán ha avuto numerosi riconoscimenti anche internazionali. Quello che
forse gli fu più gradito fu quello di Chevalier de l’Ordre des arts et des
lettres, conferitogli dal governo della Repubblica francese.
Da tempo l’opera di Taboada Terán è oggetto di interesse nelle università. Lo
studio più importante è stato pubblicato nel 1999 da Keith Richards
all’Università di Leeds. È significativo che tutta la prima parte del libro Lo
imaginario mestizo sia destinata all’analisi del
Manchay puytu, con capitoli che
riguardano la genesi dell’opera, i contrasti socioculturali dell’epoca
coloniale, gli aspetti linguistici, il mondo magico in opposizione a quello
religioso e l’amore oltre la vita terrena. La critica ha subito riconosciuto
l’importanza del romanzo e il primo saggio a opera di Leonardo García Pabón e
Vilma Torrico risale al 1983. Importanti anche i saggi del 1977 di Luis H.
Antezana e del 1979 di Vera Jarach, sempre riferiti al romanzo. [...]
Taboada Terán è morto nel giugno del 2015 a Cochabamba, dove aveva una delle sue
due residenze, compianto sia in Bolivia, sia in Argentina e da tutti i suoi
estimatori in varie parti del mondo.
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