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Figlia di una famiglia borghese di Kuopio, Hanna è una ragazzina di quindici
anni molto simile a tante sue coetanee: timida, sensibile e mossa da
un’inesauribile voglia di imparare. Ma di pari
passo con le proprie crescenti responsabilità, in balìa di sentimenti ed
emozioni sempre più incontrollate, Hanna sente aumentare la distanza tra sé e il
mondo.
Da un lato avverte il
contrasto con i ragazzi della sua età, già liberi ed emancipati, dall'altro vive
quello verso le istituzioni, in particolare
quella scolastica, ancora fondata sulla divisione dei sessi, che riserva alle
femmine poco più del lavoro manuale: la preparazione al ruolo di moglie.
Stretta tra il consolante rapporto d’amicizia con le compagne del cuore e il disgusto verso le asprezze della realtà, trasmesse come un virus
dalle donne della servitù, Hanna vede estinguersi, uno dopo l’altro, i sogni e
le speranze riposte: comprende che non potrà seguire la sua vocazione
professionale, e le prime esperienze sentimentali si rivelano cocenti abbagli. Divorata nella
spirale della disillusione, Hanna capisce che i confini del proprio volubile
io coincidono ormai con quelli, sempre più rigidi e angusti, di un destino già
scritto, e che neanche l’esperienza religiosa è più in grado di offrirle uno
spazio per esercitare ciò che, più profondamente, unisce uomini e donne:
libertà, giudizio e intelletto.
Esempio affascinante di un realismo tanto raffinato quanto partigiano, il
romanzo costituì, in Finlandia, un vero e proprio caso letterario. La
travagliata pubblicazione divise la società civile dell’epoca, e il rinnovato
interesse del mondo editoriale europeo verso questo classico testimonia quanto i
temi trattati siano ancora in grado di risvegliare, nel pubblico dei lettori,
emozioni vive e coinvolgenti. |