Una furiosa tempesta di montagna imperversava intorno al castello e nei comignoli
vociava il rombo degli spiriti maligni. Finestre e porte scricchiolavano
paurosamente. Kavaczky, dopo essersi riempito un’altra coppa di vino, si rivolse
al musicista cieco: «Ora rispondi a questo, fratello caro: cosa dovrei farne del
castello?». |
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Siamo nel Felvidék, un tempo Ungheria settentrionale e oggi Slovacchia,
territorio montuoso e inospitale, battuto dalle bufere dei Carpazi, dove
campeggiano antichi castelli arroccati sulle cime a guardia di miseri villaggi,
e dove confraternite di religiosi custodiscono nei conventi di frontiera
tradizioni ataviche e segreti aneliti patriottici.
Suggestioni medievali fanno da sfondo a personaggi di censo, cultura e
origine diversi che si muovono in uno scenario quasi fiabesco in cui gli
elementi della natura hanno una voce propria, che dialoga con le vicende umane,
in un intreccio fatto di repentini cambi di orizzonte e inaspettati colpi di
scena.
Briganti e soldati, notabili ed ecclesiastici, astuti mercanti e miseri
contadini popolano questo mondo, mentre il fantasma nella sua tragica realtà è
l’epilogo dell’intera vicenda: l’umana tempesta interiore, che agita passioni e
sentimenti contrastanti, cede il posto a una nuova, limpida calma dalla cui
profondità emergono i veri sentimenti, la completa redenzione dell’anima.
A podolini kísértet fu il primo romanzo di successo dello scrittore
ungherese Krúdy Gyula, pubblicato per la prima volta a puntate, tra il 4 gennaio
e il 25 febbraio del 1906, nel quotidiano "Az Ország" di Budapest.. |