Centomila
voci, fuse in una, ruggivano dal centro città. Era la fine di luglio. «La
guerra!», ripeté Rezeda.
«Devi andare in guerra, ragazzo mio!», esclamò Johanna.
E baciò Rezeda sulle labbra con gioia. |
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Negli anni che segnarono il tramonto della Belle Époque, in una
Budapest in fermento, Rezeda Kázmér – protagonista del romanzo e alter ego
dell'autore – attraversa le pieghe della città, immergendosi nella vita sociale
di una ricca e colta classe borghese e traccia itinerari sorprendenti fatti di
luoghi, persone, emozioni, sensazioni olfattive, ricordi.
Rezeda è un giornalista-scrittore, membro di una cerchia di intellettuali
bohémiennes, frequentatori assidui dei caffè e dei locali della capitale. Il
carattere autobiografico del romanzo fa sì che le vicende sentimentali del
protagonista si intreccino con la vivace rappresentazione della
intelligencija e della classe commerciale del tempo, offrendoci una visuale
inedita su tanti nomi illustri della letteratura e della società budapestina
negli anni euforici che precedettero lo scoppio della Grande Guerra.
Una trama narrativa impalpabile, liquida come la vita stessa di Rezeda Kázmér,
che travolge il protagonista fino quasi ad annientarlo, lasciandogli in ultimo
un'unica e paradossale possibilità di rinascita: partire per la guerra.
Rezeda Kázmér szép élete, l'ultimo romanzo di Krúdy Gyula, comparve a
puntate nel giornale "Pesti napló", nei mesi di giugno e luglio 1933, poco dopo
la morte dell'autore. La riduzione teatrale di questo romanzo, ad opera del
regista e sceneggiatore Dezső Kapás, venne rappresentata per la prima volta il
12 marzo 1983 nel teatro "Móricz Zsigmond" di Nyíregyháza, città natale di Krúdy. |